Dott.ssa Gloria Pagnini
Ginecologa ed Esperta in Fertilitá, Barcelona IVF, Barcelona IVF
Categoria:
Blastocisti, Genetica PGS / PGT-A, Trasferimento di Embrioni
In questa sessione la Dott.ssa Gloria Pagnini, Ginecologa ed Esperta in Fertilitá della Clinica Barcelona IVF di Barcellona, ci ha spiegato qual é il legame tra l’endometriosi e la fertilitá ed in che modo si puó trattare per avere piú possibilitá di successo in un trattamento di riproduzione assistita.
CHE COSA È?
L’endometriosi è una condizione dolorosa e angosciante che può colpire fino al 10% della popolazione femminile. Ha un effetto negativo significativo sulla fertilità – se non trattata, può abbassare le possibilità di concepimento di circa il 2-10% ogni mese. Esattamente come l’endometriosi influisce sulla fertilità dipende dallo stadio e dalla gravità della condizione.
L’endometriosi è una infezione che si manifesta:
Si manifesta:
L’endometriosi è la condizione in cui il tessuto endometriale è presente al di fuori dell’utero. È una condizione difficile da gestire e spesso ha un impatto negativo sulla qualità della vita di chi ne è affetto. È presente in circa il 7-10% delle donne in età riproduttiva.
DIAGNOSI:
Si puó diagnosticare attraverso immagini:
Le cause esatte dell’endometriosi non sono del tutto chiare. Ci sono una varietà di spiegazioni suggerite – da cause genetiche, attraverso ragioni immunologiche, all’endocrinologia. La teoria più comune ha a che fare con le mestruazioni retrograde – un processo infiammatorio nella pelvi causato da cellule endometriali che vengono mandate “dalla parte sbagliata” durante le mestruazioni.
SINTOMI
L’endometriosi di solito si presenta con questi sintomi:
L’impatto preciso dell’endometriosi sulla fertilità varia da paziente a paziente; può causare cambiamenti meccanici come l’alterazione dei rapporti tubovarici a causa di cicatrici o aderenze. Anche le risposte immunologiche, il liquido peritoneale e i livelli ormonali possono essere disturbati dalla condizione.
L’American Reproductive Society ha introdotto un sistema di classificazione che permette agli specialisti di valutare la gravità della condizione. In questo sistema, si distinguono quattro stadi della condizione; la classificazione dipende dalla quantità, dimensione, posizione, profondità e aderenze. Una laparoscopia è necessaria per misurare tutti questi parametri.
Le laparoscopie sono talvolta chiamate “interventi chirurgici minimamente invasivi” – comportano la creazione di incisioni molto piccole, non più grandi di 15 millimetri, per inserire una piccola telecamera chirurgica. Nei casi di endometriosi, una laparoscopia non è solo una tecnica diagnostica. Nei casi lievi o moderati, i chirurghi possono trattare la condizione al momento della diagnosi, senza la necessità di un intervento chirurgico separato. Purtroppo, questo non si estende ai casi più gravi di endometriosi che richiedono tecniche chirurgiche più avanzate.
Il trattamento FIVET è di solito l’opzione di prima scelta per chi è affetto da endometriosi. Se ti è stata diagnosticata o sospetti di averla, è della massima importanza trovare uno specialista che conosca bene questa condizione.
In realtà non esiste un protocollo migliore, ogni protocollo io credo che debba essere personalizzato dipendendo dall’età, dall’antimulleriano, dalla riserva ovarica della paziente.
In passato si considerava il protocollo lungo con in cui si inizia il Decapeptyl dal ventunesimo giorno precedente al ciclo. Noi facciamo la stimolazione come il protocollo di scelta per l’endometriosi, poi in realtà si è visto che non vi è differenza e che come detto la stimolazione ormonale non va ad aumentare il rischio di crescita dell’endometriosi e quindi si hanno avuti gli stessi risultati con protocollo lungo, protocollo con l’antagonista quella in cui tutti i farmaci vengono presi gioco il ciclo mestruale,per intenderci. Quindi in realtà la decisione del protocollo dipende poi dalla singola paziente: dalla riserva ovarica, dall’anti-mulleriana, dalla risposta alla stimolazione,non c’è un protocollo ideale o migliore.
L’endometriosi è il tessuto endometriale che può essere che ha una localizzazione diversa rispetto a dove dovrebbe realmente essere, che è solamente l’endometrio, cioè all’interno della cavità dell’utero; quindi può essere a livello ovarico, a livello pelvico, a livello addominale. L’adenomiosi è invece il tessuto endometriale all’interno del muscolo dell’utero. A volte endometriosi e adenomiosi coesistono, a volte no. Ci sono pazienti con endometriosi che non hanno adenomiosi, ci sono pazienti senza endometriosi che invece hanno adenomiosi perché sembrerebbe che ci siano altri fattori che possano andare a far migrare questo tessuto endometriale all’interno del miometrio. Tra le due cose l’endometriosi non ha effetto in caso di donazione di ovociti, ha solamente un effetto sulla qualità ovocitaria, sulla riserva ovarica, quindi su cicli di in vitro con i propri ovociti; mentre i pazienti con endometriosi o senza in donazione non vi sono differenze nella tassa all’impianto, mentre l’adenomiosi si può avere un effetto, quindi questo può riguardare pazienti che hanno endometriosi come che no.
L’adenomiosi può essere presente con endometriosi oppure ci sono pazienti senza endometriosi che hanno endometriosi, e questo sí, può incidere sulla percentuale di impianto dell’embrione e allora in questo caso si valuta se fare dei cicli con il Deacapeptyl, per far mettere a riposo questa adenomiosi e quindi evitare che abbia un effetto sull’impianto.
Dipende. L’’endometriosi non è sinonimo di infertilità e non è detto che una paziente con endometriosi non possa avere la gravidanza con i propri ovociti, però poi bisogna valutare appunto d’età, l’anti mulleriano, la severità della patologia, se sono stati fatti più interventi a livello ovarico che possono ridurre ulteriormente la riserva ovarica e quindi poi il fatto di provare con i propri ovociti. Avere endometriosi non è un’indicazione per passare direttamente all’eterologa però sì può essere uno dei motivi per cui consigliamo l’eterologa, poi ogni caso va valutato a sé, dipendendo da molti fattori.
Si potrebbe valutare però ecco prima di tutto dobbiamo vedere se effettivamente queste anomalie sono irraggiungibili con il pick up, quindi sì, nel caso in cui ci siano molte aderenze, che le ovaie siano di difficile accesso si può valutare di fare una laparoscopia e operare prima del trattamento, però ripeto la tendenza ora è ad operare il meno possibile, solo se c’è una chiara indicazione.
No, il fatto di avere endometriosi non influisce sulla donazione di ovociti, si hanno gli stessi risultati in pazienti con o senza endometriosi, l’unico fattore che può interferire potrebbe essere la presenza di adenomiosi ed endometriosi in contemporanea.
Dal proprio ginecologo di fiducia perché comunque attraverso un’ecografia transvaginale già si riesce a vedere se ci sono delle cisti che hanno delle caratteristiche particolari e ci può far venire il sospetto che ci sia endometriosi, e poi appunto dipende se si hanno dei sintomi importanti e non si riscontra nulla si può valutare appunto con il ginecologo se approfondire attraverso degli esami, però come prima istanza andare dal ginecologo di fiducia.
Si, però l’ indicazione sarebbe quella di valutare piú la fecondazione in vitro che non l’inseminazione, come dicevo la raccomandazione è quella di fare direttamente una in vitro.
Non so se si riferisce all’utilizzo dell’eparina o della cardioaspirina o al fatto che appunto se è controindicata la pillola, a questo punto si possono utilizzare appunto gli analoghi del genere H, l’enatone o il Decapeptyl per bloccare l’ovulazione.
In realtà la gravidanza di per sé è una cura per l’endometriosi, perché comunque il clima progestinico indotto della gravidanza mette a riposo l’endometriosi, quindi di per sé non ci dovrebbero essere rischi aggiuntivi e anche la sintomatologia dovrebbe migliorare in gravidanza.
No, in realtà noi utilizziamo il cortisone in rarissimi casi perché comunque il cortisone non è così innocuo come trattamento, può avere degli effetti collaterali e le linee guida non indicano un vantaggio nell’utilizzo del cortisone prima dei trattamenti, quindi no, non vi è nessuna utilitá nell’utilizzarlo.
Le natural killer sono delle cellule del nostro sistema immunitario
che sono implicate nell’impianto dell’embrione, ma che non sono né correlate all’endometriosi, né all’adenomiosi, semplicemente sono cellule che noi abbiamo fisiologicamente che svolgono un ruolo nell’impianto, però in realtà tutto quello che noi riusciamo a studiare riguardo le natural killer, quindi in sangue o dell’endometrio non corrisponde del tutto a quello che avviene al momento dell’impianto, quindi diciamo lo studio delle natural killer è ancora oggetto di sperimentazione, ma non c’è una correlazione con l’endometriosi o l’adenomiosi.
Un numero elevato non dipende dall’infezione, le natural killer sono delle cellule del nostro sistema immunitario che permette appunto di accettare qualcosa che è strano dal nostro corpo come l’embrione. Ci sono invece altre cellule che sono le plasmacellule, che possono, se aumentate a livello endometriale, possono essere una indicazione diretta di infezione a livello endometriale, però ecco anche lo studio delle plasmacellule è meno preciso rispetto ad altri test di ultima generazione come Emma e Alice che permettono di fare diagnosi di endometriosi piú accurata.
Disclaimer:
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