COVID 19: PMA e gravidanza

Luca Gianaroli, MD
Direttore Scientifico di S.I.S.Me.R., S.I.S.Me.R.

Categoria:
COVID-19

MIA-event-graphics-template (34)
Da questo video puoi scoprire:
  • Qual é l’impatto della pandemia sulle nascite?
  • Qual é l’impatto della pandemia sui trattamenti di fertiliá?
  • Qual é l’mpatto del COVID sulla fertilità maschile?
  • Qual é l’impatto del COVID sull’endometrio?
  • Qual é l’impatto del COVID su ovociti ed embrioni?
  • Cosa tenere in considerazione se si vuole effettuare un trattamento di PMA? o durante una gravidanza?
   

Quali sono gli effetti del COVID19 sulla fertilitá e sulla gravidanza?

In questa sessione il Dott. Luca Gianaroli, Specialista in Ginecologia e Ostetricia, Direttore Scientifico di S.I.S.Me.R., approfondirà e chiarirà le principali questioni legate all’attuale pandemia di COVID-19 ed il suo impatto sulla fertilitá, sui trattamenti di PMA e sulla gravidanza.

Quali sono gli effetti del COVID19 sulla fertilitá e sulla gravidanza? - Questions and Answers

Posso iniziare un trattamento di PMA tra la somministrazione di una dose e l’altra?

Si, si può iniziare però teniamo presente che dobbiamo stare lontani dal trattamento inteso come prelievo ovocitario e trasferimento di embrioni per una decina, una quindicina di giorni da quando si fa la somministrazione del vaccino.

Se si fa il vaccino si può allattare subito dopo?

Si.

Buonasera, sono in dieci più due settimane, mi era stato consigliato di aspettare a vaccinarmi durante la PMA. Ora il ginecologo mi consiglia di aspettare almeno il primo trimestre. C’è differenza nel quando fare il vaccino dopo il primo trimestre? potrebbe causare problemi durante la formazione del feto?

No, non puó creare problemi. Si puó vaccinare quando vuole.

Qual è il vaccino più raccomandato?

Quelli che sono disponibili in italia vanno bene tutti.

È vero che è il COVID lascia degli strascichi neurologici? si possono trasmettere al feto?

Questa è una domanda purtroppo molto attuale e purtroppo con un fondo di verità. É uscito da poco uno studio, non ve lo ha menzionato, ed è qui che veramente mi rattrista quando vedo che c’è ancora chi ha dei dubbi sul vaccino . Uno studio pubblicato su Jama, che è una delle riviste più prestigiose….ma prima voglio fare un passo indietro: quando noi parliamo di pubblicazioni scientifiche, state attenti a non a confondere: un conto è pubblicare su un quotidiano o su una rivista, su magazine generico dove al massimo il capo redazione controlla che non ci siano aspetti di carattere legale che possono danneggiare l’immagine della testata. Pubblicare su una rivista scientifica vuol dire questo: io oggi scrivo un lavoro, lo mando a questa rivista, questa rivista ha un board di scienziati che decide se può aver senso pubblicarlo o no. Lo manda senza il mio nome a due referee internazionali, non del mio Paese, i quali fanno un’analisi critica. Se il risultato è che  sono d’accordo per pubblicarlo viene pubblicato; se non sono d’accordo non viene pubblicato; se uno dice di sì e  l’altro dice di no, viene mandato a un terzo revisore dopodiché l’articolo mi torna indietro con tutta una serie di commenti, una serie di domande per cui ci impiego anche un mese per rispondere a tutte le domande, mi richiedono altri dati eccetera, rimando il tutto. Se sono soddisfatti mi viene dato l’okay e l’articolo viene pubblicato. Questo per dire che in realtà quando parlo di un articolo scientifico pubblicato, parlo di un sistema complicatissimo a livello scientifico. Per cui il filtro è molto forte, quindi quando un articolo esce, molto spesso racconta la verità.  E allora vi stavo dicendo: è uscito purtroppo un articolo su una rivista prestigiosa (e più una rivista è prestigiosa, più viene seguita e più è difficile pubblicare su quella rivista) in cui purtroppo un’ottantina di bambini, 40 nati da madre che durante la gravidanza ha avuto il COVID e 40 sempre nello stesso istituto da madre che non ha avuto il COVID, a sei mesi di distanza i bambini nati da madri con il covid cominciano a presentare alcuni segni marcati di rallentamento di apprendimento in alcuni test neurologici semplici. Quindi è possibile purtroppo che il COVID lasci degli strascichi neurologici anche ai neonati, è possibile sbarra probabile, molto triste ovviamente.

 

Pur essendo anomalie temporanee il dubbio che le variazioni sul ciclo influiscono sul delicato processo della stimolazione rimane. Spesso le pazienti sono donne che da mesi e mesi aspetta il trattamento PMA terrorizzati da ogni fattore esterno che influisce sull’esito del trattamento. Scrivo da vaccinata e pro-vaccinima la mancanza di studi mette in a tutte noi molta ansia e incertezza.

Non ci deve essere né ansia e incertezza. Quando alle pazienti si dice: “Non ha avuto la rosolia. Bene, si vaccini. perché se se la prende in gravidanza, ha tutta una serie di rischi anche sul feto”, nessuno dice “beo”, lo si fa a punto e basta. É un consiglio punto e basta. In questo caso, non è vero che non ci sono dati, si accumulano ogni giorno dati in più, per cui quello che dicevamo prima rimane. Chiunque cerchi una gravidanza e non è vaccinato, fa bene se può a vaccinarsi, e lo fa come dovere anche nei confronti del nascituro. Se una gravidanza insorge e la paziente non è vaccinata, fa bene a vaccinarsi durante la gravidanza, è una protezione inferiore ma è meglio che niente. Quindi, non c’è da avere ansia o timore, c’è semplicemente da prendere le dovute precauzioni per evitare che nessuno di noi si mette in autostrada con una macchina che non ha i freni, nessuno di noi al giorno d’oggi con la conoscenza che abbiamo, debba far correre dei rischi a se stessi e al feto. 

Salve, domani entro nella 37a settimana di gravidanza, grazie a PMA e farò la seconda dose di vaccino. Passerò gli anticorpi al mio bimbo?

Spero di sì, l’importante è che il bimbo rimanga all’interno del suo corpo il più a lungo possibile ovviamente fino al fisiologico inizio di travaglio del parto.

39 anni, endometriosi profonda, dubbio idrosalpinge e 4 FNH ossia angiomi al fegato. Vaccinata con terza dose. Nonostante i rischi di cui ha parlato relativi al COVID in gravidanza, posso permettermi di aspettare ancora per la PMA?

Dunque, c’è da calcolare se quell’ idrosalpinge va rimossa e questo potrebbe essere importante e di conseguenza la PMA potrebbe essere ritardata di uno, due, tre mesi. Tecnicamente nella peggiore delle ipotesi se c’è da attendere nessuno ci vieta di prelevare gli ovociti, congelarli, fecondarli o no, far passare la zona critica e dopodiché trasferirli, soprattutto se l’endometriosi avanza.

Se parliamo di angiomi epatici quello che è fondamentale, é discutere questo con chi la segue per gli angiomi, nel senso che quello che può cambiare può essere la stimolazione dal punto di vista della PMA, quindi valutare con attenzione se questi angiomi, se questo fegato possono sopportare una stimolazione e accertarsi sempre con lo specialista che questi angiomi che questo fegato possa sopportare un lavoro doppio in caso appunto di gravidanza.

E qualora ci sia un rischio di peggioramento degli angiomi o di peggioramento dell’endometriosi,  rimane il consiglio di prima: si può anche fare una stimolazione, prelevare gli ovociti, e conservarli.

Nel caso in cui sia contagiati durante la gravidanza o percorso PMA, con sintomi, quali medicinali sono sicuri?

È impossibile dirlo così, dipende dal tipo di sintomi, della loro gravità etc..a volte non c’è neanche bisogno di nulla. Semplicemente un pó di riposo e maneggiare come se fosse un’influenza.

Dipende se c’è un interessamento polmonare o no, e a questo punto però la cosa più importante è iniziare a seguire una terapia personalizzata.

Quindi su questo non esistono schemi generici o protocolli, l’importante è non appoggiarsi a terapie empiriche, semplicemente perché nella migliore delle ipotesi se non sortiscono alcun effetto benefico, però allungano i tempi poi di guarigione, perché intanto la malattia procede. Quello che è in fondamentale nel momento in cui sia un minimo dubbio di avere un contagio, è di rivolgersi subito al medico, non cercare il curarsi con non fai da te .

Sarebbe stato importante, adesso è un po tardi, vaccinarsi per l’influenza, perché questo aiuta molto il medico a fare la diagnosi. É chiaro che se io ho dei sintomi simili e sono stato vaccinato nei confronti dell’influenza purtroppo è più probabile che la mia infezione sia da COVID. 

Sto prendendo ancora progesterone, cortisone e clexane. Possono interferire con il vaccino?

No, però se lei non ha un suo motivo per prendere questi farmaci li può smettere.  Per esempio, il progesterone non ha più senso prenderlo dopo la settima/ottava settimana perché la placenta ha già preso piede e già produce tutto il progesterone che serve.

Se si può togliere il gusto, faccia un prelievo di sangue che misuri il progesterone. Tenga presente che una gravidanza normale alla decima settimana ha il progesterone sui 15, 18, 20, se lei ce l’ha a 50, capisce che sta facendo una terapia che non solo non serve a niente ma è tra virgolette non naturale come dosaggio. Provi a fare questo test.

Meglio fare la terza dose di booster prima di iniziare un trattamento PMA?

Certo, finiamo prima il ciclo vaccinale. Cioè, dovete entrare in quest’ordine di idee: un’eventuale infezione che si può prendere durante il trattamento o durante la gravidanza, rende un evento piacevole di successo, magari con una gravidanza, un elemento di pericolosità. Quindi tutto ciò che si può fare per evitare complicanze o situazioni pericolose, anche se questo implica un ritardo di un mese o di due nella ricerca di una gravidanza é da fare, tenendo presente che quasi tutte voi é anni che aspettate di avere un figlio. Un programma di concepimento assistito dà vita a delle possibilità.  Se queste possibilità sono possibilità che vengano ritardate di un mese o due a vantaggio di ridurre i rischi di aborto, di complicanze, eccetera, fatelo, fatelo, fatelo!

PGT-A indicazioni e prospettive spiegato
Microbiota intestinale e fallimenti di impianto
Qual è lalimentazione ideale per aumentare la vostra fertilità?
Può il trattamento PRP migliorare lo spessore endometriale e aumentare le possibilità della FIV?
Come arrivare preparati al propio trattamento di fertilità: tutti i passi da seguire
Ovodonazione. FIVET e Matching Genético.
Relatore
Luca Gianaroli, MD

Luca Gianaroli, MD

Luca Gianaroli, specialista in Ginecologia e Ostetricia, è cultore della medicina della riproduzione dalla fine degli anni ‘70. E’ attualmente Direttore Scientifico di S.I.S.ME.R. (Società Italiana di Studi di Medicina della Riproduzione) con sede principale a Bologna e Direttore Scientifico di IIRM SA, con sede a Lugano. E’ inoltre Honorary Professor presso la School of Biosciences dell’Università del Kent. Membro attivo di numerose organizzazioni internazionali e nazionali, in cui ha rivestito e riveste ruoli di primaria importanza, è stato Presidente della Società Italiana della Riproduzione e della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE). Attualmente è membro dell’ESHRE Certification Committee, dell’ESHRE COVID-19 Working group e ricopre inoltre il ruolo di immediate past coordinator dello Steering Committee della Certificazione ESHRE per Centri di PMA (ESHRE ARTCC). Dall’1 gennaio 2021 ha assunto l’incarico di Director of Global Educational Programs della International Federation of Fertility Societies (IFFS). Nel 2014 è stato nominato fellow ad eundem del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists e nello stesso anno ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale come Professore Ordinario di Prima Fascia, che è stata rinnovata nel 2020. Dal 2015 al 2017 è stato Presidente della SIOS.E (Società Italiana Ospedaliera per la Sterilità ed Embriologia). Nel 2017 è stato uno dei fondatori della Fondazione PMA.Italia, di cui attualmente è Vicepresidente. E’ autore di più di 250 pubblicazioni su riviste specialistiche estere con meccanismi di pubblicazione Peer Review (H-index di 76 su Google Scholar alla data del presente CV) ed è editore e coeditore di 9 volumi. Nel corso della sua carriera professionale ha collaborato inoltre in qualità di docente con numerose Università italiane (Università degli Studi di Teramo, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Università di Bologna) e straniere (Università di Leuven in Belgio, Monash University in Australia e Università di Ginvera in Svizzera).
Moderatore
Michela Colasanti

Michela Colasanti

Michela Colasanti si è laureata in Scienze Politiche con specializzazione in Relazioni Internazionali e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Perugia. Ha ottenuto una seconda ed ulteriore specializzazione presso l'Universitá della Sapienza di Roma in Comunicazione e Marketing. E` stata selezionata per frequentare il prestigioso Master di II livello NOHA - European Master in International Humanitarian Aid a Bilbao come parte della rete europea dell'Agenzia ECHO. Ha realizzato ulteriori specializzazioni come Esperta di Genere presso l'Università FLACSO di Buenos Aires e l'Università UNDP, l'Agenzia per lo Sviluppo delle Nazioni Unite. Ha lavorato 8 anni come Responsabile di progetti di cooperazione internazionale per ONG e come Capo Programma per UNIFEM, l'Agenzia delle donne delle Nazioni Unite in Argentina e per diverse ONG in Bolivia, Colombia, Marocco e Libano. Ha iniziato a lavorare nel campo della fertilità a Barcellona dal 2015 come Assistante Internazionale ed è ora Country Manager per la Spagna della European Fertility Society. Organizza e modera i webinar con i migliori esperti di fertilità in Spagna e in Italia, ed è anche responsabile dello sviluppo del mercato spagnolo e delle pubbliche relazioni della Società. Durante la sua carriera e durante i suoi viaggi per il mondo, ha scritto diversi articoli su salute riproduttiva, questioni di genere, ma anche su arte, musica e viaggi.
Donate oggi alla Società Europea della Fertilità!
Il tuo dono assicurerà che la Società Europea di Fertilità potrà fornire supporto ed educazione per i pazienti che si trovano alle prese con l'infertilità.
Donazione unica:
Donazione mensile:

Test